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Quasi tutti
sono a conoscenza della celebre definizione di uomo aristotelica, l'animale
razionale, pochi però ne colgono appieno il significato. Aristotele, come gran
parte della cultura greca antica in generale, considerava la felicità come
scopo morale della vita di ogni uomo, e cioè raggiungere l'appagamento di
vedere i propri scopi raggiunti. Realizzare i propri valori, non sacrificarli;
essere orgogliosi dei propri successi, non vivere in falsa umiltà; vivere
seguendo il proprio genio, non il nonsenso delle masse.
Ayn Rand,
scrittrice di romanzi e filosofa, riprese ed ampliò il significato di questo
senso di vita. Dovunque, dal catechismo alla scuola, dalle televisioni alle
radio, da internet all'università, siamo bombardati da principi morali che ne
sono l'esatto opposto. L'autosacrificio è considerata la massima virtù, non la
realizzazione individuale. Il genio industriale delle grandi imprese viene
moralmente denigrato per il suo egoismo, mentre il milionario che sceglie di
liberarsi di tutti i suoi possidementi e dedicare la sua vita
all'autosacrificio e la carità verso il prossimo è l'esempio
nobile ed altruista da seguire.
Probabilmente
molti di voi penseranno che altruismo significa semplicemente aiutare gli
altri, aiutari i propri cari, non vivere in una bolla egogentrica. In realtà
questa è soltanto una caricatura, è la caramellatura su un boccone molto amaro
che nessuno accetterebbe senza. La parola altruismo è di moderna coniatura, per
primo l'utilizzò il sociologo Comte nel 19esimo secolo. Il suo significato ben
lontano dal designare benevolenza verso il prossimo, è l'elevazione
dell'autosacrificio ad ideale morale assoluto. Come estremizzò in perfetta
integrità logica il filosofo Kant, quel tipo di moralità è la totale abnegazione; infatti
nel momento stesso in cui ho un ritorno anche solo emotivo, il piacere di
aiutare una persona di valore per me, il mio gesto perde di valore etico.
L'autosacrificio è la sottomissione al senso del dovere, il dovere per il
dovere, qualunque le conseguenze. Non solo debbo sacrificarmi, ma se debbo
scegliere fra sacrificarmi per uno sconosciuto o un mio amico, debbo scegliere
il primo se seguo questo ideale.
L'altruismo
è la teoria morale che sostiene che l'uomo non ha nessuna giustificazione
morale in riguardo alla propria vita se non quella di sacrificarsi per gli
altri. L'altruismo non significa aiutare qualcuno senza che io perda nulla, o
peggio ancora guadagnandoci; esso detta che io debba sacrificare ciò che è di
valore per me, per un valore minore, o meglio ancora un disvalore. Il vangelo
cristiano ci dice "amate i vostri nemici, benedite coloro che vi
maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi
maltrattano e vi perseguitano"; e questa frase non è semplice licenza
poetica, è da intendere letteralmente poiché è proprio aiutando il mio nemico
che io sto tradendo i miei valori, che li sto sacrificando. Ed è questo ciò che
l'altruismo comanda.
Chiudendo
ora il cerchio, torniamo alla definizione di uomo. Egli è un animale razionale,
e come animale razionale si trova a dover scegliere il proprio cammino, i
propri valori, i propri scopi. Gli animali inferiori vivono secondo istinto,
noi viviamo secondo ingenio. Questo dato di natura obbliga l'uomo che vuol
sopravvivere ad utilizzar la propria mente, a scoprire quali sono i modi in cui
migliorare la propria vita, a stabilire così dei propri valori razionali ed a
perseguirli, non a sacrificarli. Il codice morale dell'uomo che vuol vivere in
questo mondo inizia con lo stabilire che è un bene vivere per sé, che le altre
persone non possono essere né oggetto del suo sacrificio né i benificiari del
suo. L'altruismo è incompatibile con la vita umana, e questa è la ragione per
cui non viene mai praticato integralmente, proprio perché è l'autosacrificio la
sua essenza. La caricatura dell'uomo egoista secondo questa visione è il bruto
senza scrupoli che sacrifica gli altri a sé. Non è mai stata considerata la
possibilità di un uomo che né sacrifica gli altri a sé né egli stesso si
sacrifica. Eppure questo tipo di uomo esiste, ed è il tipo di l'uomo che l'altruismo disdegna.
Il mercante
capitalista, colui che scambia valore per valore, è l'epitome dell'uomo razionale.
Egli non pretende che gli altri si sacrifichino liberamente per lui, egli gli
offre uno scambio. E colui che accetta quello scambio non pretende il
sacrificio del mercante, entrambi ne guadagnano altrimenti questa transazione
volontaria non avverrebbe. E questo principio vale in economia ma vale anche
nelle relazioni personali. Colui che è egoista nel senso razionale del termine
non pretende che i suoi amici si sacrifichino per lui ma li tratta da eguali. E
quando egli li aiuta, lo fa perché i suoi amici sono un valore e lo fa solo se
questo non significa sacrificare qualcosa di più alto valore come la propria
vita o carriera. Sacrificare qualcosa di poco valore personale per un valore
più importante, come spendere soldi per le cure mediche della persona che
amiamo, non è autosacrificio ma è puro egoismo nel più alto senso del termine. Viceversa, se utilizzassimo quei soldi per le cure mediche di una sconosciuta ci staremmo autosacrificando.
L'uomo razionale è quindi l'uomo che possiede valori personali e li persegue, l'uomo indipendente che riconosce agli altri questo stesso diritto come la base di una vita degna d'esser vissuta. L'altruismo è una moralità che gli è di impedimento al raggiungimento dei suoi scopi, gli è quindi di impedimento alla propria felicità. L'altruismo è cioè una moralità che non risponde alle necessità della vita ma che ne comanda la negazione.
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Come ben si capisce, l'egoismo
razionale di Ayn Rand è solamente accennato in questo testo, perciò per chi ha interesse di approfondire consiglio di acquistare il suo
romanzo "La Fonte Meravigliosa" (di cui esiste anche una riproduzione
cinematografica) oppure per una lettura più teoretica "La Virtù
dell'Egoismo".
Sono ben accetto di approfondire l'argomento con nuove pubblicazioni future e accolgo ben volentieri commenti positivi ma anche commenti negativi. Vi invito quindi a commentare liberamente.